giovedì 17 novembre 2011

Effetti della musica sui processi mentali - Dal marketing alla clinica


La musica è un linguaggio fatto di pause e di note, ed esprime concetti come la parola, ma in modo più potente e subliminale, poiché con la sua ambiguità intrinseca consente ai processi mentali individuali maggior campo d'azione.
La musica, per il puro fatto che esiste e che entra di noi "senza bussare", interagisce in diverse misure, e influenza i nostri atteggiamenti mentali.




Per modificare un determinato atteggiamento mentale significa che dobbiamo modificare almeno alcuni dei nostri processi mentali. Ciò avviene in maniera esplicita, analitica, logica e cosciente, ma anche in maniera implicita, analogica, automatica, inconscia. I due diversi canali coesistono e cooperano, influenzando l'iter dei processi mentali e conseguentemente la sfera emotiva e comportamentale.

La musica agisce in noi soprattutto in maniera implicita e subliminale, attraverso immagini metaforiche, simboliche, schemi cognitivi, che verranno a costituire una nuova realtà all'interno della realtà percepibile e percepita. Vi è dunque una sovrapposizione di schemi mentali (quelli abituali e quelli evocati dalla musica). Per questo motivo, il cervello dovrà riorganizzarsi in funzione di una nuova condizione psicoemotiva; ecco perché la musica ha effetti, anche considerevoli, sui processi mentali dell'uomo.

Ciò è ben risaputo, basti pensare all'utilizzo che noi stessi facciamo della musica, o agli effetti che produce la musica all'interno di un film, o all'interno di uno spot pubblicitario. Eppure, quando si parla di usare la musica come terapia, in molti si si scandalizzano dimenticandosi di tutto questo, e arginano la musica tutt'al più esclusivamente all'interno di un momento ludico o semplicemente piacevole.
Invece la musica, che ha effetto sui processi mentali (anche collegati alle motivazioni), ha effetto anche sui nostri pensieri e sulle nostre emozioni.

Vorrei partire dall'utilizzo che se ne fa nel marketing affinché si renda più chiaro l'effetto clinico e terapeutico.
Se è vero che i processi mentali sono a monte e da essi scaturiscono emozioni e comportamenti, è anche vero che emozioni e comportamenti che stiamo esperendo e attuando ricondizioneranno inevitabilmente i nostri pensieri. Se in una determinata circostanza penso che potrò subire un danno, avrò paura e attuerò un comportamento difensivo (attacco o fuga). Nel percepirmi un essere impaurito che attacca o fugge, penserò ancora inevitabilmente qualcosa di diverso e di rinnovato.



Se la musica agisce soprattutto a livello implicito e analogico attraverso un canale preferenziale che bypassa i processi mentali logici, allora avrà potere immediato sul correlato corporeo ed emozionale, attraverso modalità subliminali ed inconsce. In forza di ciò i pensieri logici verranno riorganizzati.


All'interno di molti spot pubblicitari la musica si infrappone fra due diverse realtà: il prodotto da vendere e il consumatore che deve acquistare il prodotto. Occorre portare l'uno verso l'altro.
Affinché ciò possa attuarsi è necessario che la musica crei un legame affettivo fra i due poli. Attraverso un certo tipo di musica, opportunamente scelto, vengono sollecitati simboli e metafore che veicolano contenuti diversi dal prodotto in sé, e ad alto contenuto emotivo.


Il consumatore non comprerà una macchina per motivi di affidabilità, convenienza, ma perché costruisce un significato concettuale ed affettivo di cui la macchina stessa diventa il simbolo. La musica in modo subliminale favorisce questo meccanismo, in quanto produce immediate emozioni, sollecitando i processi analogici, che verranno inevitabilmente fuse con l'esperienza più razionale di decision making. Sostanzialmente la musica condizionerà i processi mentali, e l'acquisto dell'auto sarà giustificato dall'acquirente a se stesso in termini di concetti simbolici ad alta carica emotiva, rispetto alle caratteristiche obiettive del prodotto.


In un noto spot  degli anni '80 che pubblicizzava una marca di pasta, la musica (naturalmente in relazione alle storie narrate) evocava concetti di famiglia, buoni sentimenti, serenità, affettività, che tutto sommato nulla hanno a che vedere con lo spaghetto. Eppure quando il consumatore compra quella marca di spaghetti produce un richiamo affettivo legato a concetti astratti che aggireranno le barriere razionali del cervello.

Attraverso la musica il richiamo affettivo e concettuale legato al prodotto sarà molto più rapido, poiché la memoria adopererà risorse maggiori da diverse aree del cervello, perché diverse sono state le aree del cervello che la musica ha sollecitato.


All'interno dell'intervento clinico, la musica (organizzata in musicoterapia) permetterà attraverso le stesse modalità, l'instaurazione di una diversa tonalità affettiva a cui i successivi processi logici e dichiarativi saranno vincolati.
All'impossibilità del mutare di una condizione (la realtà dei fatti, l'oggetto temuto, o depressogeno), sarà possibile modificarne la percezione. In effetti non è la realtà che genera dolore o piacere, ma è il modo in cui noi la percepiamo.
La musica altera la funzione percettiva attraverso la modifica dei processi attentivi, di valutazione, di simbolizzazione, di giudizio e di attribuzione di causa ed effetto. Questo specifico meccanismo è la chiave di lettura per comprendere l'intervento della musica in terapia, intesa come strumento che "smuova" il paziente dai suoi ostinati schemi mentali patologici.

(Vedi anche "Metodo Recettivo Trifasico")

Nessun commento:

Posta un commento